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Sunday, February 13, 2011

Diritti, prima ancora di "dignita" ed "indignazione"!

Per favore, basta ! Sono nauseato da questo uso continuo ed eccessivo della parola "dignità".
Voi credete che una cricca di delinquenti privi si scrupoli e tutti i loro accoliti, accusati dei più turpi delitti, si possa mai indignare per Voi o farvi qualsiasi tipo di gentile concessione ? Siete così sicuri che abbiano una coscienza ?
Parliamo piuttosto di "diritti" che ci spettano e di cui questa manica di farabutti ci sta privando del tutto.
Ma parliamo come mangiamo, per favore ! Anche la locuzione "sono indignato/a", così diffusa ultimamente, mi è venuta alquanto a nausea.
Diciamo piuttosto : " SONO INCAZZATO/A " ; di più, diciamo pure : "SONO INCAZZATO/A NERO/A" ; con gente affatto poco gentile è sicuramente più efficace e magari potrebbero recepire il concetto un pochino meglio. (Del resto loro sono i primi ad usare termini turpi e volgari; temete che si scandalizzino?) Come si può credere che , rivolgendosi ad una masnada di delinquenti, privi di scrupoli ed irrispettosi, spesso volgare e scurrile, questa possa quantomeno impietosirsi o sensibilizzarsi di fronte all'uso della parola "dignità" o della frase "sono indignato/a" ?
Rispetto al mordente delle lotte degli anni sessanta e settanta che hanno condotto alla conquista per donne e lavoratori di importanti diritti (quegli stessi diritti che da alcuni anni hanno cominciato a smantellare) devo notare come le forme di rivendicazione e di protesta sembrano essersi molto "ridimensionate" ed "addolcite" e questi aspetti credo possano ben essere simboleggiati dall’uso così frequente delle parole "dignità" e "sono indignato" ; sarà forse questo gentile rammollimento l’ effetto dovuto agli anni di benessere che tuttavia oramai gli italiani stanno da un po’ di tempo a questa parte gradualmente perdendo ?
Prima ancora di dignità, quindi, sarebbe bene parlare di diritti, quegli stessi diritti oramai erosi e minati sempre più, se non proprio espunti del tutto  da parte delle stesse Istituzioni, dalle stesse organizzazioni sindacali, da molte aziende (si pensi solo al recente caso FIAT) ; questi soggetti operano oramai per lo più travalicando lo stesso Diritto ; non si è più ad armi pari.
Non posso dimenticare come diversi anni fa, una Dottoressa commercialista consulente presso la Provincia di Milano, che avrebbe dovuto contribuire a supportarmi e sostenermi nella ricerca di un lavoro, mi disse esattamente questa frase che mi ha colpito profondamente : "tu stai zitto, tu non hai alcun diritto" e questo proprio in una questione fondamentale quale quella della ricerca di un lavoro; questa frase, ci tengo a ben sottolineare, del tutto gratuita, a fronte di nessuna particolare richiesta od insistenza da parte mia. Io naturalmente ho ignorato completamente la frase rivoltami, che pure mi ha profondamente impressionato (alla faccia della "dignità", dell'indignazione" e dei diritti !!!)
Peraltro ricordiamo che la Provincia di Milano (che le attuali forze di governo di centrodestra hanno sostenuto di voler abolire in quanto inutile , inefficiente e fonte di sprechi) è stata al centro del recente grave scandalo ( cui a mio parere si è data poca attenzione e si è fatto passare in secondo piano rispetto ai più "roboanti" scandali della consigliera regionale Minetti & Company) dell’assessore della Provincia di Milano Silvia Garnero ( nipote di Daniela Santanchè ) che si è distinta per il suo primato di assenteismo record , a fronte della percezione di esorbitanti stipendi pubblici a carico dei cittadini contribuenti.
Ieri Paolo Rossi, ospite della trasmissione televisiva "Che tempo che fa", a proposito della graduale chiusura dei teatri ascrivibile a decisioni politiche, ha ricordato come se qualcuno ha detto che con la cultura non si mangia , è vero che CON LA CULTURA SI CONOSCONO I PROPRI DIRITTI, e conoscendo i propri diritti difficilmente si rimarrà senza un tozzo di pane. Ora, in relazione a chi ha pronunciato quella frase ( se non sbaglio si tratta del Ministro Tremonti) , delle due l'una : o il soggetto è dotato anch'esso di scarsa o punta cultura ( o ancora peggio, è in malafede, cosa che non mi meraviglia affatto), ovvero considera i cittadini italiani un popolo di zoticoni ignoranti dediti soltanto a gretti lavori e sfrenati, selvaggi bunga bunga ( panem et circenses ? ...poco panem e poco circenses ! ) Io aggiungo inoltre che con la dignità non si mangia , con i diritti è molto più probabile.
Trovo davvero un controsenso, in un'epoca in cui è scaduta ed è in decadenza e decadimento la dignità delle Istituzioni,  civili ed anche ecclesiastiche, delle classi dirigenti del Paese, molti cittadini si trovino a rivendicare la propria dignità, prima ancora che i propri fondamentali diritti. Dall'altro lato assistiamo alle nostre Istituzioni che, anzichè badare a tutelare, attuare ed ampliare i diritti primari e fondamentali dei cittadini, si trovano a discutere inutili, dannose (eversive e aventi finalità dilatorie e diversive) modifiche finanche alla nostra Carta fondamentale.
Da notare che queste parole "dignità", "indignato" "sdegnato", "indegno" e simili vengono pronunciate anche dagli stessi rappresentanti cui il popolo le indirizza in modo così massiccio; la discussione è stata così abilmente spostata dal piano dell'oggettivo riconoscimento dei "diritti" e del "diritto" al piano molto più personale e discrezionale (e suscettibile di fonti di discriminazioni) della persona e quindi solo di possibili "concessioni" e di "favori" a quest’ultima.
Ricordiamoci che non siamo alla corte di Re Sole in cui siamo al mondo per grazia del "sultano" e non temete: prima se ne andrà quest'ultimo meno probabile sarà il diluvio che ci minaccia e più gradito il ritorno dello splendere del sole.


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